Storia

    Nel gennaio del 1995, il Prof. Carmine Donisi, allora Ordinario di Diritto civile presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II – con l’assenso di Adolfo Russo, Decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sez. S. Tommaso – inoltrò la seguente Relazione al Consiglio della Facoltà giuridica, al Rettore ed al Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo Federico II, riscuotendo l’approvazione unanime di questi Organi ed avviando così l’iter formativo dell’Ente in argomento:

«Conclusa positivamente la fase dei sondaggi preliminari, desidero informarVi sulla iniziativa da me proposta al Consiglio del Dipartimento di Diritto dei rapporti civili ed economico-sociali diretto dal sottoscritto ed approvata nella riunione del 7 marzo 1994, orientata a realizzare un progetto in collaborazione con la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione S. Tommaso, e la Seconda Università di Napoli: la creazione nella nostra Regione di un Centro Interuniversitario specializzato nell’approfondimento scientifico, con metodo necessariamente interdisciplinare ed in un’ottica pluralistica di tematiche bioetiche sempre più pressanti nella società contemporanea, caratterizzate da molteplici e non sempre prevedibili sviluppi.
Mi preme sottolineare, al riguardo, la peculiarità e, ad un tempo, l’originalità del progetto che, per quanto mi consta, appare unico nel suo genere, in ragione della natura dei suoi promotori. Si tratterebbe, infatti, della prima esperienza, in una materia oltremodo rovente come la Bioetica, di una stabile ed articolata sinergia tra Organismi universitari diversi sotto il profilo giuridico ed organizzativo.
Naturalmente, i colleghi ai quali ho avuto modo di illustrare l’idea hanno sottolineato l’esigenza del coinvolgimento di altre Strutture di ricerca, accademiche e non, in modo da acquisire tutte le competenze (d’ordine biologico, clinico-medico, teologico, filosofico, psicologico, socio-economico e giuridico), indispensabili ad un’analisi non settoriale dei temi oggetto d’indagine.
Quanto alle possibili linee operative dell’istituendo Centro, la sua attività andrebbe svolta su un duplice piano:
    •    sul piano scientifico-consultivo: promuovendo e curando ricerche e pubblicazioni, anche fruendo, se necessario, della collaborazione di studiosi stranieri ed instaurando collegamenti con altri Centri di Bioetica; organizzando Incontri di studio, Seminari, Convegni anche su interventi legislativi nazionali ed esteri in materia di Bioetica; fornendo pareri e formulando proposte in merito ad emanandi provvedimenti legislativi statali e regionali nel suddetto campo.
    •    sul piano didattico-formativo: in primo luogo sensibilizzando i giovani alle delicatissime problematiche coinvolte dalla Bioetica, ad esempio, con l’assegnazione di Tesi di Laurea, con l’attribuzione annuale di premi agli autori delle dissertazioni più interessanti; promuovendo corsi di aggiornamento in materia di Bioetica clinica a beneficio del personale socio-sanitario operante nelle Strutture ospedaliere della Regione e nei Policlinici universitari; organizzando conferenze e dibattiti aperti alla cittadinanza, nell’intento di fornire alla stessa una cognizione non approssimativa o addirittura distorta di dilemmi bioetici di particolare impatto anche emotivo.
Ovviamente, restano da affrontare vari problemi, alla cui soluzione è subordinata la nascita del Centro; primi fra tutti, quelli, dolenti, delle risorse finanziarie, delle infrastrutture e dei supporti logistici.
Mi conforta, in proposito, la consapevolezza che nell’àmbito accademico non mancheranno interlocutori autorevoli ed interessati al buon esito dell’iniziativa».

    Pervenute, poi, anche le delibere favorevoli, sempre all’unanimità, della menzionata Facoltà Teologica e della Seconda Università di Napoli (ora Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), i Responsabili delle tre Università fondatrici, Fulvio Tessitore, Michele Giordano e Domenico Mancino, il 15 aprile 1996 sottoscrissero lo Statuto-Regolamento del Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica a conclusione di una sobria e cordiale cerimonia. In questa data venne finalmente alla luce il C.I.R.B. – Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica.

   Nei primi venti anni di vita esso si è notevolmente irrobustito a séguito dell’affiancamento alle tre menzionate Università di altri cinque Atenei operanti in Campania: infatti hanno aderito al Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica, nell’ordine, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa-Napoli, retta da Lucio d’Alessandro, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, guidata da Elda Morlicchio, l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, di cui è Rettore Alberto Carotenuto, l’Università degli Studi di Salerno guidata da Vincenzo Loia e l’Università degli Studi del Sannio, Rettore Gerardo Canfora. Infine nel 2023 ha aderito al Centro l’Università degli Studi del Molise retta da Luca Brunese.

     Con questa confluenza di energie il contributo recato dal C.I.R.B. all’approfondimento scientifico delle innumerevoli e sempre più impegnative questioni bioetiche e alla diffusione della cultura bioetica, specialmente tra le giovani generazioni, non poteva non essere significativo sia per quantità che per qualità.

    Qui non si può che offrire qualche dato d’ordine puramente quantitativo:

  • oltre 80 fra Convegni, Tavole rotonde, Giornate di studio, Letture magistrali, anche in collaborazione con altre Strutture scientifiche e con la partecipazione di Relatori stranieri;
  • più di 50 Seminari aperti alla cittadinanza;
  • oltre 20 Presentazioni di volumi;
  • numerosi Cicli di Giornate di Bioetica per gli studenti universitari e, di recente, anche per gli studenti delle Scuole medie superiori, in collaborazione con altri Organismi accademici e con il patrocinio dell’UNESCO;
  • assegnazione di più di 40 Premi di Laurea per le migliori Tesi di Laurea e di Licenza su argomenti di Bioetica e di Biodiritto;
  • pubblicazione di 15 volumi sui temi più problematici della ricerca bioetica e biogiuridica;
  • partecipazione alla nona e alla undicesima Conferenza mondiale dell’Unesco Chair in Bioethics;
  • partecipazione al secondo e al terzo Meeting internazionale di Bioetica della Biosfera;
  • stipula di quattro Convenzioni con Enti di ricerca bioetica, di cui tre a livello internazionale (una con il Dipartimento di Salute pubblica dell’Università statale di San Paolo del Brasile, un’altra con la Scuola di salute pubblica di Porto Alegre, Rio Grande do Sul, Brasile, ed un’altra con il CEBES, Centro di ricerca nel campo del Biodiritto dell’Università di Murcia, Spagna).

    Operosità, questa, ora sommariamente descritta – è doveroso sottolinearlo – sempre svolta con impegno, in perfetta sintonia con le linee orientative tracciate nella Relazione ricordata all’inizio e nel puntuale rispetto delle regole statutarie del C.I.R.B. grazie al decisivo contributo di idee recato dai Rappresentanti di tutte le Università innanzi menzionate, componenti degli Organi collegiali del Centro, saggiamente ed efficacemente presieduti dai Direttori che si sono avvicendati alla guida del nostro Sodalizio: da Giovanni Chieffi, Biologo, a Giuseppe Lissa, Filosofo, da Enrico Di Salvo, Chirurgo, a Lorenzo Chieffi, Giurista, e da Claudio Buccelli, Medico-legale, a Andrea Patroni Griffi, Giurista.

    Memore dell’intensa e feconda attività sinora svolta e confidando sempre nelle risorse umane disponibili e nel sostegno finanziario degli Atenei aderenti, il C.I.R.B., ormai più che maggiorenne, si accinge a varcare la soglia dei ventiquattro anni, nella lucida consapevolezza del còmpito di primario rilievo umano e sociale che è chiamato istituzionalmente a svolgere e che può compendiarsi nei seguenti termini:

     «Condurre – con metodo rigorosamente scientifico ed interdisciplinare e in un clima di sereno e costruttivo dialogo con i rappresentanti delle diverse opzioni culturali – una ponderata riflessione “su tematiche per loro natura coinvolgenti l’identità stessa della persona e il destino delle future generazioni”, nell’intento, ineludibile, di salvaguardare e di promuovere la dignità dell’essere umano, anche in relazione al contesto socio-ambientale in cui vive ed opera».